Ma ci pensi!!! ... Che ne pensi? ...

Il rapporto con il Committente è sempre più difficile perché difficile è
dimostrargli che il fine dell'applicazione di una Legge, di un Decreto,
di una Circolare Esplicativa, di una Norma Tecnica, di una Guida
alla Norma Tecnica, è quello di tutelare il cittadino.
E' semplicistico trincerarsi dietro la frase "il cittadino deve essere
rispettoso dei disposti di legge e normativi" se poi i risultati sono deludenti

Myrtleford (Australia), 4 gennaio 2005

Sono stato invitato a visitare il ciclo di produzione del tabacco, dalla posa della piantina, alla raccolta della foglia, alla lavorazione ed al confezionamento del prodotto finito.
Frank, emigrante calabrese sulla cinquantina, mi accompagna e si vede, nel suo sguardo, il compiacimento per quello che mi sta descrivendo.
Sono proprio belle e rigogliose le foglie, posate con ordine e precisione geometrica; si perdono a vista d'occhio in un podere imponente e si scaldano al sole d'estate.
I macchinari enormi, ma vetusti, impiegati per la posa delle piantine e quelli necessari per la raccolta sono, impregnati di fango, terriccio e sono ricoverati sotto una tettoia, apparentemente abbandonati, vicino a bidoni contenenti il combustibile.
Poco più in là, gli essiccatoi per asciugare le foglie di tabacco.
"Vediamo", dice Frank, "dove si trattano le foglie e si confezionano le "balle" per il trasporto".

Entriamo in un primo locale sufficientemente ampio, ma privo di finestre dove, in bella evidenza, c'è la pesa e ci sono diversi contenitori metallici carrellati; ci si vede appena e Frank accende la luce che rischiara, ma non troppo, l'ambiente; la luce è fornita da lampade ad incandescenza, con attacco a baionetta, sprovviste di apparecchio illuminante. II pavimento, di legno, è interamente coperto da residui secchi della produzione e tanta, tanta polvere. In altro locale sono posati bancali di lavoro e vi sono alcune prese "volanti", su di una parete; non ben fissato al muro, è installato (si fa per dire) un interruttore valvolato e, lì vicino, una bustina contenente i filamenti (noni fusibili) di ricambio.
Le sorgenti luminose sono fluorescenti di vecchia generazione e l'allacciamento elettrico non offre alcuna protezione meccanica (quale dito di prova!). L'aria è impregnata dell'odore del prodotto che, in questo periodo, non è in lavorazione e quindi ciò che si sente è "storico".
"Frank," chiedo "quanti anni sono che svolgi attività in questo posto?"
"Trenta" dice lui con orgoglio.
"In tutto questo tempo s'è mai verificato un principio d'incendio?" domando.
"No mai" risponde lui quasi sorpreso.
"E la luce non ti è mai mancata?" incalzo. "Sì, pochissime volte, ma per colpa dell'Azienda (leggi Ente distributore) solo un paio di volte ho cambiato il filo della valvola".
Ed ancora gli chiedo:
"Hai mai preso la scossa?"
"No! certo, mai" risponde fiero Frank.
"Ma scusa, Frank, gli impianti elettrici dei tuoi concorrenti sono come questo?'"
"Si, più o meno anzi, per alcuni, molto meno". "Ed anche loro non hanno mai avuto problemi?" "Nessun problema, no, uno solo si è fatto male cadendo da un essiccatoio".
Sono sfinito, sono K.O.
Ma ci pensi, Collega che mi leggi! Sono disattese tutte le nostre Norme, ma proprio tutte, ed in tanti anni di attività gli impianti hanno funzionato, nessuno ha subito elettrocuzione e le polveri e le foglie non hanno alimentato alcun incendio.
Oggi, 10 marzo 2005 sono in Studio, reduce dalla mattinata trascorsa al Teatro Nazionale di Milano dove ho seguito tutti gli interventi, dal palco e dalla platea, che si sono succeduti durante l'incontro tecnico proposto dalla Rivista TuttoNormel.
Riassumo l'argomentare e commento tra me e me:
Le guide agli impianti elettrici nelle fiere, negli stand, all'aperto ed al chiuso.
(disquisizioni sulle definizioni, ma in buona sostanza? Vedremo la Variante V2 alla 648/7).
La rivisitazione della 46/90 il suo ambito applicativo e le esclusioni.
(il giardino condominiale rientra nell'ambito della 46/90 così come l'area esterna di uno stabilimento, ma l'impianto d'illuminazione del giardino sembra escluso dalla 46/90 come il cancello motorizzato dello stabilimento).
L'Ente erogatore di energia elettrica attiva il Grup
po di Misura di una unità immobiliare, solo se dispone della Dichiarazione di Conformità sostenuta dagli allegati di rito e dal Progetto, al punto in cui questo sia obbligatorio.
(verifica che la compilazione della dichiarazione sia corretta e gli allegati ci siano tutti, ma proprio tutti, ma non entra nel merito dei contenuti progettuali ... E gli archivi diventano certamente ambienti a maggior rischio in caso d'incendio!).
Le verifiche in applicazione al DPR 462 nelle aree 2 e 22.
(1000 mq di zona 22 nessuna verifica applicativa del DPR 462; 1000 mq di cui 950 di zona 22 e 50 di zona 1 verifica della zona 1, ma anche delle zone 22).
Le verifiche nei piccoli Comuni sono affidate ai Professionisti, se gli impianti hanno obbligo di progetto (contentino!) ed alle Imprese installatrici, se non sussiste l'obbligo di progetto (contentone?). La Provincia affida, in tutti gli altri Comuni, le verifiche ad organismi d'ispezione (strafelici!!!).
(Quando un Comune è piccolo?).
Uno, o due, euro da versare al pagamento di una bolletta della luce e del gas (una all'anno) per finanziare le verifiche.
(si parla di 30 milioni di bollette della luce e forse, non ricordo esattamente, 12 milioni di bollette del gas (solo per le unità abitative?) che gli enti erogatori della luce e del gas devono poi trasferire ai piccoli Comuni ed alle Province).
Che ne pensi Collega che mi leggi?
lo manifesto delusione, perplessità e disagio. Chiamami, abbandoniamo la progettazione, l'attività professionale fin qui onorevolmente svolta, e istituiamo, nel rispetto delle procedure UNI - CEI - EN 45004, l'ennesimo organismo abilitato d'Ispezione. Se ci andrà male, potremo sempre emigrare in Australia.

Bibliografia
Graziano Corelli
Il Perito Industriale 03/2005

 

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