BILANCIO ENERGETICO DELL'ABITAZIONE

PERCHE': CAUSE AMBIENTALI, FISIOLOGICHE E SOCIALI DEI CONSUMI DI ENERGIA NELLE ABITAZIONI

3.7. ARIA E RICAMBI D'ARIA

Un dato che non compare nelle carte bioclimatiche, ma che è di fondamentale importanza per la salute, il benessere e la determinazione del microclima, è quello relativo all'aria e al ricambio di aria. Il numero di persone che possono abitare in un ambiente è determinato principalmente dalla quantità di ossigeno che queste persone consumano e quindi, in ultima analisi, questo dato condiziona sia il microclima ambientale, che gli interventi intesi al mantenimento dei valori di «benessere». Il volume dell'ambiente in esame e quindi i fabbisogni termici è determinato perciò dal fabbisogno d'aria dei possibili occupanti e dalle tecniche di ricambio d'aria adottate; tecniche che vanno dall' apertura delle finestre, ai sofisticati impianti di condizionamento.
Ogni persona in stato di quiete consuma di media 250 ml/min di ossigeno: il dato si riferisce ad un adulto di peso medio. In un locale, chiuso, senza scambi d'aria con l'esterno, della cubatura minima consentita dai regolamenti di igiene (m² 8 X 2,70 = 21,6 m³), una persona ha perciò una autonomia respiratoria di 1440 ore, pari a 60 giorni. Situazioni senza ricambi d'aria però esistono solo nei caveaux delle banche e nei sommergibili in avaria, e perciò il nostro inquilino avrà ben altra disponibilità di ossigeno oltre a quella del volume della stanza abitata. Comunque, nel caso deprecabili di mancanza di questi apporti esterni, la situazione di malessere insorgerà molto prima del tempo previsto per carenza di ossigeno, in dipendenza alla produzione di CO2 (anidride carbonica). Una persona in stato di quiete produce infatti 200 ml/min. di CO2: questo gas più pesante dell'aria, tende a sedimentare nelle parti basse del locale, da dove può abbastanza facilmente essere aspirato.
Nei regolamenti edilizi sono spesso indicati i coefficienti di ricambio d'aria che sono previsti attraverso l'apertura delle finestre. L 'area di finestra apribile deve essere non inferiore a 1/27 del volume del locale (m² di finestre diviso m³ di locale), per gli ambienti di soggiorno, mentre si riduce a 1/20 m²/m³ per i locali di servizio. (regolamento edilizio comune di Milano 1975). Il ricambio d'aria viene espresso sia in rapporto al volume del locale V che al numero di abitanti P. Limiti inferiori sempre del regolamento edilizio di Milano sono 0,75 m³/m³ · h per i locali di alloggio (camere da letto e studi), mentre per i soggiorni si calcola il coefficiente di ricambio minimo sulla base del numero di abitanti (32 P/V m³/m³ · h). L'approvvigionamento d'aria non è però solo un problema di quantità: l'aria degli ambienti può essere inquinata sia dall'interno, che dall'esterno, e ciò è la causa prima di tutte le affezioni polmonari. Si ricorda, per enfatizzare questa considerazione, che l'aumento statistico della bronchite cronica è almeno in parte responsabile dell'incremento dei tumori polmonari.
L 'inquinamento dell'aria del microclima ambientale può avvenire principalmente per le seguenti cause :
• immissione d'aria inquinata dall'esterno.
• azione inquinante degli abitanti dall'interno.
• modifiche determinate dagli impianti di climatizzazione.

Fig. 3.7.1. Frazione di particelle depositate nelle zone polmonare (A), nasale (B) e tachio-bronchiale (C) in funzione del diametro (in µm) delle particelle di pulviscolo atmosferico.


L 'immissione di aria inquinata dall'esterno dipende dalle condizioni ambientali geografiche, e ancor più dall'azione inquinante dello sviluppo industriale e degli impianti di climatizzazione. Nelle città il traffico urbano con motori a combustione, i fumi di scarico degli impianti di riscaldamento e quelli industriali contribuiscono al ben noto fenomeno dell'inquinamento atmosferico (tavola 3.7.2.).
Le sostanze inquinanti che hanno l'effetto più negativo sull'organismo sono quelle che arrivano a depositarsi nei polmoni: particelle solide al di sotto del diametro di 1 µ, si depositano sugli alveoli, mentre diametri tra 5 e 10 µ interessano le zone tracheo bronchiali e nasali (vedi fig. 3.7.1).
Abbiamo già visto che l'inquinamento da abitanti nasce da due azioni correlate: consumo di ossigeno, e produzione di anidride carbonica. A questo và aggiunta la produzione di odori, soprattutto di cucina, e l'immissione di fumo, di tabacco. Ciò è particolarmente grave per i non fumatori che vengono cosi' anch'essi trasformati in fumatori, almeno per tutte le parti negative di questa abitudine.
L 'inquinamento da controllo del microclima riguarda essenzialmente le modifiche al tasso relativo di umidità dell'aria dei locali determinata dagli impianti di riscaldamento, e la creazione di polvere per bruciatura di parti sospese nell'aria a contatto con gli apparecchi di riscaldamento. L 'esatta umidificazione dell'aria ha importanza sia per le funzioni respiratone, che per il ricambio Idrico di tutto il corpo. Per l'apparato respiratorio l'aria secca determina risentimento bronchiale, con senso di secchezza delle prime vie respiratorie e stato di irritazione, con flogosi asettica iniziale, che può essere la base per successive infezioni. 
                                                              

TAVOLA 3.7.2. Emissioni specifiche medie ( in Kg/t) Fonte: ENEL (1972)


. Polveri SO2 NOX CO Idrocarburi Composti di Pb

Benzina autotrazione 2 0,5 18 430 40 1,4
Gasolio autotrazione 16 20 32 9 20 -
Olio combustibile
          riscaldamento domestico
          industrie
          centrali termoelettriche
.
22,5
2,5
1,2
.
52
48
48
.
2
9
13*
.
0,65
0,025
0,005
.
0,35
0,35
0,25
.
-
-
-
Gasolio riscaldamento 1,4 20 2 0,65 0,35 -
Petrolio riscaldamento 1 3 2 0,65 0,35 -
Carbone nazionale (Sulcis) Centrali termoelettriche 360** 124** 10,0-11,8 -
Carbone estero
          riscaldamento domestico
          industrie
          centrali termoelettriche
.
100**
100**
100**
.
17**
17**
17**
.
4
9
9
.
5
1
0,5
.
1,5
0,5
0,15
.
-
-
-
Lignite (centrali termoelettriche) 175** 15** 2 0,1 0,02 -
Metano (Kg/10³ Nm³)
          riscaldamento domestico
          industrie
          centrali termoelettriche
.
-
-
-
.
-

-
-
.
1,9
4
6,2
.
0,04

-
-
.
0,1
0,6
0,6
.
-
-
-

(*) In realtà da misure effettuate in 9 centrali ENEL risulta una emissione specifica media di ossidi di azoto della metà (6 Kg/t). Tuttavia in mancanza di analoghe verifiche sperimentali per le emissioni specifiche di ossidi di azoto derivanti dagli altri usi dei combustibili, si farà uso del valore in tabella per omogeneità.
(**) Questi valori rappresentano il contenuto totale di ceneri e di zolfo presenti nel carbone come desunto dalle analisi chimiche. I valori relativi alle polveri vanno però notevolmente ridotti qualora vi siano negli impianti di abbattimento delle ceneri.

 

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