Iter = "La Via" ovvero "Il fuoco della fusione":
una speranza per il genere umano
L'ITER
(International Thermonuclear Experimental Reactor) è il progetto
internazionale che verrà realizzato a Cadarache (vicino a Aix-en-Provence,
in Francia) che rappresenta il punto di congiunzione tra gli attuali
studi sulla fisica del plasma e la possibilità di produrre energia
elettrica attraverso impianti di generazione che sfruttano la fusione,
ovvero lo stesso processo nucleare che ha luogo nel sole. Questi processi
sono stati studiati sin dagli anni settanta, particolarmente con le
macchine del tipo Tokamak (termine russo per "macchine a corrente").
Negli anni novanta si è giunti a macchine di concezione più
avanzata come la FTU (Frascati Tokamak Upgrade) del Centro Ricerche
di Frascati, il JET (Joint European Torus) in Inghilterra, la TFTR (Tokamak
Fusion Test Reactor) di Princeton negli USA, la JT-60U in Giappone,
la T-15 russa e la più recente americana DIII-D, praticamente
approssimando o superando (in taluni casi) il cosiddetto punto di breakeven
(punto di pareggio) in cui la potenza prodotta dalla fusione supera
quella necessaria per produrre plasma.
|
Figura
1 - Spaccato del reattore ove visibile la camera totoidale - trasversalmente
all'asse verticale del reattore - entro quale verrà prodotto
i1 plasma che sara ivi confinato grazie all'azione di campi magnetici
prodotti da bobine (magneti superconduttori) disposte lungo la
camera toroidale e perpendicolarmente al suo asse; asse lungo
il quale si orienta il campo. Altri avvolgimenti, creando un campo
magnetico verticale con l'ausilio di una sorta di trasformatore
del cui nucleo l'asse verticale reattore fa parte, servono a tenere
in posizione il plasma entro la camera. il reattore, per funzionare
agli scopi cui e destinato, deve superare il punto di break-even
ovvero il punto in cui la potenza di fusione prodotta supera la
potenza necessaria al riscaldamento per produrre il plasma. |
L'impianto
sperimentale ITER (fig. 1), con inizio costruzione nel 2006 e primo
avviamento nel 2016, dovrà essere in grado di produrre un plasma
all'idrogeno di forma toroidale a 100 milioni di °C e produrre una
potenza di 500 MW. SI tratta di un progetto prototipo svolto in comune
(sotto gli auspici della IAEA - International Atomic Energy Agency)
da Europa, USA, Giappone, Federazione Russa. Cina e Repubblica Coreana,
cui partecipa, attraverso I'Euratom, anche la Svizzera.
Qualcuno fa notare che in Latino ITER significa "la via",
quasi a sottolineare che se l'impianto sperimentale darà i frutti
sperati l'umanità avrà accesso a sconfinate riserve di
energia; così c'è già chi, con autorevolezza, prevede
che nei 2050 si potrà avere accesso a energia da fusione a costi
competitivi. La voglia di realizzare la fusione, ovvero di "mettere
il soie in scatola" al servizio dei bisogni energetici della umanità,
non riveste quindi soltanto aspetti di natura scientifica e tecnologica,
ma investe aspetti politico-sociali ed ambientali di dimensione globale,
poiché implica la pianificazione e lo sfruttamento futuro delle
risorse energetiche del pianeta.
Vale
la pena ricordare che:
la
fissione è una reazione nucleare in cui un nucleo pesante si
spezza per dare origine a due nuclei più leggeri, in modo tale
che la somma delle masse del nucleo di partenza è superiore alla
somma delle masse dei nuclei che si ottengono dopo il processo di fissione;
la differenza di massa si ritrova nel processo sotto forma di energia
secondo la famosa Legge di Einstein (DE = Dm x C2);
la
fusione è una reazione nucleare in cui due nuclei leggeri si
uniscono per dare origine a un nucleo più pesante, in modo tale
che la somma delle masse dei nuclei di partenza è superiore alla
massa del nucleo che si ottiene dopo il processo di fusione; la differenza
di massa si ritrova nel processo sotto forma di energia secondo la famosa
Legge di Einstein (DE=Dm x C2).
Figura
2 - Andamento del rapporto energia di legame/nucleone in funzione
del numero dei nucleoni. |
|
L'attuale
tecnologia di sfruttamento dell'energia nucleare per la produzione di
energia elettrica è basata esclusivamente sulla fissione dl materiali
pesanti. La possibilità, anche se di lungo termine, di realizzare
la fusione rivoluzionerebbe in senso estremamente positivo ogni prospettiva
di sviluppo, di sfruttamento delle risorse energetiche de[ pianeta e
di difesa del-l'ambiente.
Dal
grafico di figura 2 si vede che l'energia di legame per numero di nucleoni
(particelle costituenti il nucleo, ovvero protoni e neutroni) passando
dagli elementi leggeri (idrogeno, deuterio, trizio, elio, litio, etc.)
prima aumenta fino a raggiungere un massimo (zona del ferro, che è
una zona di stabilità) per poi diminuire fino alla zona degli
elementi più pesanti (transuranici). Inoltre la differenza di
pendenza della curva nella zona degli elementi leggeri e in quella degli
elementi pesanti indica che, in teoria, le energie estraibili per reazione
attraverso la fusione di opportuni elementi leggeri sono più
ampie di quelle estraibili da elementi pesanti.
|
|
Innesco
di un plasma (gas ionizzato ad alta temperatura. ovvero un "brodo"
di ioni - nuclei ed elettroni) |
La
reazione di fusione nell'ITER é basata su deuterio (D)
e trizio Cr) che mostrano un'elevata "sezione d'urto"
(probabilità di accadimento della fusione); essa produce
particelle alfa - ovvero nuclei di elio (He) - e neutroni (n)
liberando energia; ha il massimo di probabilità di accadere
a 1000 milioni di "C, e, comunque, perché possa aver
luogo, non si può scendere sotto i 100 milioni °C e
determinati valori di densità |
Si
valuta che qualora l'ITER dovesse dare i risultati attesi, si potrà
disporre di riserve di combustibile (miscela di deuterio D e trizio
T) praticamente inesauribili, a bassissimo costo (qualche milione di
dollari l'anno per una centrale da 1000 MW). II deuterio, ad esempio,
è abbondante nell'acqua (30 g/mc) e può essere estratto
per via elettrolitica. Il trizio, invece, è presente in abbondanza
nella crosta terrestre e in debole concentrazione negli oceani: può
essere recuperato, inizialmente, dai reattori a fissione di tipo CANDU
e successivamente "coltivato" nello stesso reattore a fusione
trasformando schermi neutronici al Litio (Li) per effetto delle seguenti
reazioni:
I
vantaggi operativi ed ambientali deli'ITER non sono certo la parte più
trascurabile del progetto.
Ad esempio le emissioni serra sono azzerate e la perdita di controllo
del reattore è praticamente impossibile poiché l'arresto
del combustibile ferma la reazione che è già essa stessa
estremamente sensibile (in termini di stabilità, pena lo spegnimento)
alle perturbazioni esterne. La temporanea assenza incidentale di raffreddamento
può contare su una forte inerzia termica del reattore (si valutano
tempi dell'ordine della settimana). A fine vita d'impianto le operazioni
di decornmissioning (smantellamento) sono molto più agevoli rispetto
ad un impianto nucleare convenzionale, perché i tempi di decadimento
radioattivo dei materiali attivati e/o contaminati sono dell'ordine
di decine di anni (per esempio 50 anni). II contenimento del reattore
è progettato anche per eventi esterni violenti e, comunque, in
caso di perdita di contenimento potrebbe essere rilasciato trizio, che
però è un gas debolmente radioattivo ed anche in caso
di rilascio totale le dosi entro il recinto di centrale sono estremamente
contenute rispetto ad un impianto nucleare a fissione.
I costi da parte europea per la realizzazione del progetto e degli esperimenti
necessari dovrebbero aggirarsi nell'intorno della decina di miliardi
di euro con una ricaduta diretta sull'occupazione ds 4000 posti di lavoro
(naturalmente essendo il sito francese c'è da presupporre che
sarà la Francia per prima a beneficiare delle ricadute economiche
ed occupazionali).
Per chi volesse approfondire si suggerisce di visitare i siti http://www.iter.org
nonché http://www.efda.org.
Bibliografia
Mario Siborno
Il Perito Industriale - 05/2005 |